Mantenere il cuore aperto
Ci sono situazioni in cui viene naturale tirarsi indietro e chiudersi, spesso sono determinate dalla difficoltà insita nella relazione, la quale, frequentemente, non riesce a garantire un adeguato riconoscimento, la possibilità di uno scambio dignitoso e rispettoso.
Non è in discussione il riconoscimento della propria egoità, quanto il realizzarsi delle condizioni minime per la relazione: ascolto, attenzione, interesse, disponibilità.
L'identità si erge e immagina, impronta una difesa: c'è una ferita, chiaramente, all'origine di questo movimento ma, per quanto giustificata dalle contingenze, non è da alimentare.
A essa segue sempre un ampliamento dello sguardo, l'affermarsi della compassione, di quella profonda pietà che ci fa inchinare di fronte al limite.
Mai dovremmo obbedire alla prima reazione, alla protesta: dovremmo darci tempo perché la benevolenza possa sorgere.
Se la relazione è momentanea, che non la si alimenti per impossibilità a comprendersi, è cosa anche giustificabile ma, quando dalla relazione non puoi sottratti, accettare il tuo limite e quello dell'altro è l'atteggiamento da tenere, finché non senti emergere compassione per l' altro e leggerezza per te.
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