La contemplazione di ogni fatto presente

 


 C'è stata nel gruppo Telegram Collatio una discussione sul contenuto di questo haiku.

Quando un fiore sboccia,
il mondo intero si rivela.


 La discussione ha avuto note cognitive che non ricalcherò, limitandomi ad affrontare la questione dal lato esperienziale essendo per me, quella testimoniata dall'haiku, una esperienza feriale.

Si può parafrasare l'haiku dicendo: ciò che accade viene sentito come il Tutto-Uno.
Vale per tutto ciò che accade: un fatto che si presenta, l'espressione di una persona, qualcosa che si osserva.

Quella realtà presente viene sentita non come impermanente e transitoria, effimera, condizionata dal tempo e dalla propria personale limitazione, ma come eterna, perfetta.
Viene sentita come Cio-che-È, Essere, Tutto-Uno.
Viene contemplata, essendo la contemplazione una istantanea d'Essere.
Non viene pensata, il corpo mentale è completamente disattivato: affinché l'esperienza accada, deve essere come un secchio vuoto: se c'è attività mentale di qualche rilievo, l'evento contemplativo non avviene

La sentiamo tutti allo stesso modo? Non credo. Quanti sono i livelli del sentire? Molti, perché definiamo sentire tutto ciò che dal corpo akasico va fino all'Assoluto, pertanto come faccio a sapere fin dove sento io e dove senti tu?

Ma è una domanda inutile: chi sente una situazione, sente la verità di quel momento che è vera sia a livello dieci che venti, e siccome non dobbiamo fare a chi sente di più, quel sentire ci basta perché ci riempie la vita di senso, la fa traboccare.

Questo sito è un'appendice de Il Sentiero contemplativo

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