'Amate i vostri nemici': una interpretazione

 

Amate i vostri nemici, recita Mt.5,44. Ma è da chiarire altrimenti sembra un invito irreale e irrealizzabile.
I termini chiave sono due: 'amare' e 'nemici'. Sono entrambe etichette, categorie delle menti.

Il figlio del falegname intendeva per 'amare' la disposizione affettiva che tutti conosciamo? O non invece la 'comprensione compassionevole'?

Parlava dell'amore umano o dell'Amore che sorge dal sentire e che è rivolto a tutte le creature in quanto manifestazione dell'Uno?
Questo Amore si manifesta quando si comprende lo stato esistenziale dell'altro, dell'odiante, e, sulla base di questa comprensione esistenziale sorge una compassione, una pietà.

La categoria del nemico è squisitamente mentale, propria delle identità che separano e confinano gli artefici del vivere in trincee contrapposte.
Chi ha compreso qualcosa della vita, sa che non esiste nemico ma solo collaboratore efficace: colui/ei che porta nelle nostre vite il necessario allo scacco, alla conoscenza, al cambiamento.

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