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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Non posso sentirmi sbagliata, dice l'identità

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  Come non puoi sentirti sbagliata? Quel sentirti così è il motore di ogni trasformazione, l'origine di ogni inquietudine, la sorgente di ogni conflitto. L'inquietudine e il conflitto segano il ramo su cui siamo seduti: nel crollare a terra, nel perdere quella stabilità farlocca che ci eravamo costruiti si aprono spazi di messa in discussione di sé fondati su nuove consapevolezze. Le identità usano l'argomento della accettazione di sé, dunque del rifiuto del sentirsi sbagliate, per contenere la pressione che può venire da una Via, da una guida, dai collaboratori efficaci che la vita mette a disposizione ogni giorno. "Non pressarmi altrimenti mi sento sbagliata!" Ma la pressione è nel vivere, tutti pressano tutti, tutto ci pressa perché ci mette alla prova. Certo, c'è chi ci pressa in una maniera tale che arriva diretto su dei nervi scoperti e, se quella pressione è reiterata, noi possiamo non reggerla. Ma allora il problema non è: "Non posso sentirmi sbag

Coloro che perseverano nella Via

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'Voi che avete perseverato con me nelle mie prove'. Lc 22,28 Con ogni essere ti senti fratello e sorella, ma alcuni hanno perseverato con te, hanno offerto le loro vite nel momento in cui tu offrivi la tua, erano presenti nelle prove, nella fragilità estrema, nello scoraggiamento come nei momenti di forza, di entusiasmo e di slancio. Con ogni essere ti senti fratello ma con alcuni condividi il pane quotidiano dell'imparare e siedono alla tavola comune non lasciandosi distrarre da altro. Con ogni essere ti senti sorella, ma con alcune condividi il vino della sensibilità esistenziale e non hai da temere il loro abbandono e il loro disconoscimento, sebbene tu sia ben consapevole della tua e della loro solitudine. La perseveranza nel tempo è la cruna dell'ago della Via: è un miracolo che una gomena possa entrare nella cruna, e spesso è un miracolo poter contemplare coloro che sono perseveranti e che procedono con te, rimanendo fedeli alla Via.

Se conosci l'Amore che diviene libertà

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 Se conosci la libertà la vuoi anche donare. Se conosci l'Amore che diviene libertà, quell'insieme si dona attraverso la tua vita. Queste sono forze che operano in te e tu le porti nella relazione con l'altro, insieme a un entusiasmo che sorge nei corpi dell'identità. Col tempo impari che l'entusiasmo è di troppo, l'Amore che ti visita, basta. La Via, per sua natura, porta entusiasmi solo nella sua infanzia: nella maturità c'è spazio per una gioia profonda e silenziosa, ben protetta e che non hai interesse particolare a rivelare. L'intimo tuo proteggi, troppo personale, troppo fragile per essere esposto. Chi ti sta a fianco tutti i giorni lo vede, il discepolo con cui c'è confidenza lo sente.

Un monaco amanuense del XXI secolo

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 Rifletto su questa mia attività pomeridiana che prende forma ogni giorno dell'anno e scopro che non è altro che la pratica del monaco amanuense del XXI secolo. Diffondo nel web testi utili alla vita e alla Via spirituale, la gran parte di autori che hanno segnata la mia formazione e che ritengo utili per coloro che hanno un sentire prossimo, alcuni di mia produzione. Come ogni persona dedita a un lavoro ripetitivo e impegnativo, ci sono giorni che sbotto e mi ribello, altri in cui gioisco: ma è la mia vita e la sfida di ogni giorno è quella di viverla in ogni dettaglio e sfumatura. I siti mi rimandano grosso modo l'utenza del lavoro che svolgo ma più di tanto non me ne curo, nel web non sai mai chi veramente legge e comunque non è rilevante: lo faccio perché dedicarmi al servizio altrui in questo ambito è la mia vita, poco conta chi fruisce questo servizio, conta l'intenzione che lo genera e che ogni giorno viene rinnovata.

'Amate i vostri nemici': una interpretazione

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  Amate i vostri nemici , recita Mt.5,44. Ma è da chiarire altrimenti sembra un invito irreale e irrealizzabile. I termini chiave sono due: 'amare' e 'nemici'. Sono entrambe etichette, categorie delle menti. Il figlio del falegname intendeva per 'amare' la disposizione affettiva che tutti conosciamo? O non invece la ' comprensione compassionevole '? Parlava dell'amore umano o dell'Amore che sorge dal sentire e che è rivolto a tutte le creature in quanto manifestazione dell'Uno? Questo Amore si manifesta quando si comprende lo stato esistenziale dell'altro, dell'odiante, e, sulla base di questa comprensione esistenziale sorge una compassione, una pietà. La categoria del nemico è squisitamente mentale, propria delle identità che separano e confinano gli artefici del vivere in trincee contrapposte. Chi ha compreso qualcosa della vita, sa che non esiste nemico ma solo collaboratore efficace: colui/ei che porta nelle nostre vite il necessa

Ammutolire di fronte alla grandezza del sentire

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  43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.  44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.  46 Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?  48 Voi dunque, siate perfetti come è perfetto il padre vostro celeste”. Matteo 5,43-48 Prima di queste parole Matteo ne riporta altre: 3  «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4  Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 5  Beati i miti, perché erediteranno la terra. 6  Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7  Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8  Beati i puri d

Mantenere il cuore aperto

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 Ci sono situazioni in cui viene naturale tirarsi indietro e chiudersi, spesso sono determinate dalla difficoltà insita nella relazione, la quale, frequentemente, non riesce a garantire un adeguato riconoscimento, la possibilità di uno scambio dignitoso e rispettoso. Non è in discussione il riconoscimento della propria egoità, quanto il realizzarsi delle condizioni minime per la relazione: ascolto, attenzione, interesse, disponibilità. L'identità si erge e immagina, impronta una difesa: c'è una ferita, chiaramente, all'origine di questo movimento ma, per quanto giustificata dalle contingenze, non è da alimentare. A essa segue sempre un ampliamento dello sguardo, l'affermarsi della compassione, di quella profonda pietà che ci fa inchinare di fronte al limite. Mai dovremmo obbedire alla prima reazione, alla protesta: dovremmo darci tempo perché la benevolenza possa sorgere.

Tutta la nostra esistenza diviene sempre più interiorizzata

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  Noi facciamo delle nostre vite un interminabile gesto di ascolto del sentire. Un gesto che non ha fine e che si reitera a ogni momento: l'orecchio interiore è sempre in ascolto di ciò che vibra e che si presenta magari appena alla percezione. La nostra mente deve essere libera dalle preoccupazioni e dagli ingombri, il nostro cuore sufficientemente sgombro: solo nel vasto spazio del deserto di sé, sorge il sussurro del sentire e con esso l'esperienza unitaria. Tutta la nostra esistenza diviene sempre più interiorizzata.

Nel Sentiero erigiamo tende, non case

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  Ci sono persone che parlano citando libri, e scrivono accodando sterminate bibliografie. Queste persone hanno necessità di edificare il presente sulle solide fondamenta del passato, appoggiano sull’esperienza di chi li ha preceduti, elaborano a partire da altre elaborazioni, confermano la propria parola con quella di altri. È la loro esistenza e non può che andare bene, ma non è il nostro modo. Noi piantiamo tende in mezzo al deserto, tende fatte dei materiali del deserto, impermanenti ed effimere. Le fondamenta non le ricerchiamo nel passato ma nell'abisso di noi: solo ciò che è esperienza vivida che sorge dal nostro intimo ci autorizziamo a proferire, non ciò che elabora la mente. Le nostre tende sono fatte di sentire, solide e vaste ma mutevoli perché il sentire sempre si amplia e muta la comprensione di sé e degli eventi. Ciò che oggi ci permette di appoggiare i piedi, domani sarà legna da ardere: inscritto nel sentire, superato dal sentire. Certo, anche noi studiamo il passa

Lo stallo esistenziale in una transizione

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 Ci capita di soffrire per lo stallo esistenziale di qualcuno con cui siamo connessi nel profondo: è una sofferenza diversa da quella che si prova se una persona cara è ammalata, è qualcosa di più sottile che non so qualificare, parla della difficoltà di una connessione, di un fluire vibrazionale reso difficoltoso da un 'attrito'. Riflettevo oggi sul nostro (comunità del Sentiero) prendere consapevolezza di essere parte di una stessa isola akasica, una consapevolezza che ancora stenta a maturare e ad arricchirsi di quella intenzione, pensiero, affettività, azione necessari quando la si riconosce nei giorni del divenire. Dopo il diverso posizionamento del fondatore, sembra che ancora non sorga chiarezza, eppure quello scostamento di lato voleva proprio che maturasse una maggiore chiarezza sulla propria vocazione, sulle implicazioni della Via. Ogni condizione è favorevole, sovrabbondanti sono i doni, eppure c'è una certa difficoltà nel trovare il proprio personale posto nel n

La forma rispecchia l'intenzione

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 La forma rispecchia l'intenzione: plasmare la forma è plasmare l'intenzione, affinarla, affrontarne le sfumature e lavorarle attraverso le esperienze. C'è un'ossessione per la forma che deriva semplicemente da una non accettazione, da un conflitto nei piani dell'identità, ma non di questo parlo. Ciò che conduco a rappresentazione, la forma che assume una espressione, un concetto, un oggetto d'arredo, la grafica di un blog, una immagine che accompagna una parola, un abito, il proprio corpo, tutto questo deve essere allineato con l'intenzione, in armonia. Quando non lo è, c'è un conflitto, un attrito, un disagio. Ma bisogna saper distinguere bene tra il semplice conflitto identitario e quello derivante da una mancanza di allineamento col sentire.

Il procedere assieme è innanzitutto un procedere da soli

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Non facile è il procedere nella Via assieme a dei compagni di viaggio sulla cui dedizione si è portati a dubitare. Eppure il procedere assieme è innanzitutto un procedere da soli: tua è la Via, tua la motivazione e le forze, a te solo rendi conto. Attorno a te a volte si crea il deserto e questo rende più difficile il cammino, più carico d solitudine e, a volte, di scoraggiamento: in quei momenti devi guardare alla realtà dei fatti, superare l'aspettativa sugli altri, vedere il bisogno dell'identità e ricordare la soggettività del reale. Ciò che vivi, nei termini in cui lo percepisci, è solo per te, è solo di te: inutile rattristarsi di una solitudine apparente quando, nel divenire, siamo soli nella sostanza, e, nell'Essere, siamo semplicemente Uno. Questo sito è un'appendice de Il Sentiero contemplativo

Il divenire deve frantumarsi nel nostro intimo

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Prigionieri del tempo e della sua scansione, non cogliamo l'attimo vitale che è ora e mai più. Viviamo focalizzati nelle menti e queste aggregano e dividono, ma mai colgono la profondità di ciò che accade ora, in un istante eterno e totale. La disposizione contemplativa apre su questo universo sconfinato ed essa non è tanto un fermarsi, un darsi tempo, è la conseguenza di una profonda disconnessione interiore , di una comprensione che conduce a uscire dalla cella della mente per iniziare a sentire il reale di ogni momento. La realtà del divenire deve frantumarsi, innanzitutto, nel nostro intimo, nella nostra percezione e interpretazione. Questo sito è un'appendice de Il Sentiero contemplativo

La contemplazione di ogni fatto presente

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   C'è stata nel gruppo Telegram Collatio una discussione sul contenuto di questo haiku . Quando un fiore sboccia, il mondo intero si rivela.  La discussione ha avuto note cognitive che non ricalcherò, limitandomi ad affrontare la questione dal lato esperienziale essendo per me, quella testimoniata dall'haiku, una esperienza feriale. Si può parafrasare l'haiku dicendo: ciò che accade viene sentito come il Tutto-Uno . Vale per tutto ciò che accade: un fatto che si presenta, l'espressione di una persona, qualcosa che si osserva. Quella realtà presente viene sentita non come impermanente e transitoria, effimera, condizionata dal tempo e dalla propria personale limitazione, ma come eterna, perfetta. Viene sentita come Cio-che-È, Essere, Tutto-Uno. Viene contemplata, essendo la contemplazione una istantanea d'Essere. Non viene pensata , il corpo mentale è completamente disattivato: affinché l'esperienza accada, deve essere come un secchio vuoto: se c'è attività

Un mondo senza le basi della conoscenza profonda

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  Spesso, quasi sempre, mi trovo davanti a un muro: scrivo dei fondamentali della vita ma le persone del mondo non comprendono, ignorano i concetti e questa lingua stessa. Intendersi diventa un'avventura e allora non scrivo più. Ho frequentato Mastodon per un periodo, l'ambiente è buono ma le logiche sono quelle del mondo e non poteva essere diversamente: un mondo più attento e sensibile non è detto che conosca gli alfabeti esistenziali. Siamo in tempi di 'iniziazione generale', di condivisione alla luce del sole della sapienza esoterica, ma la diffusione è legata ancora ad ambienti ristretti.  Dovremmo proporre il Sentiero a partire dalle sue basi, ma è un'avventura e non so se ho le forze.  Forse in questo spazio tornerò su alcune radici del nostro paradigma, un tentativo senza pretesa.  Questo sito è un'appendice de Il Sentiero contemplativo