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Non posso sentirmi sbagliata, dice l'identità

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  Come non puoi sentirti sbagliata? Quel sentirti così è il motore di ogni trasformazione, l'origine di ogni inquietudine, la sorgente di ogni conflitto. L'inquietudine e il conflitto segano il ramo su cui siamo seduti: nel crollare a terra, nel perdere quella stabilità farlocca che ci eravamo costruiti si aprono spazi di messa in discussione di sé fondati su nuove consapevolezze. Le identità usano l'argomento della accettazione di sé, dunque del rifiuto del sentirsi sbagliate, per contenere la pressione che può venire da una Via, da una guida, dai collaboratori efficaci che la vita mette a disposizione ogni giorno. "Non pressarmi altrimenti mi sento sbagliata!" Ma la pressione è nel vivere, tutti pressano tutti, tutto ci pressa perché ci mette alla prova. Certo, c'è chi ci pressa in una maniera tale che arriva diretto su dei nervi scoperti e, se quella pressione è reiterata, noi possiamo non reggerla. Ma allora il problema non è: "Non posso sentirmi sbag

Coloro che perseverano nella Via

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'Voi che avete perseverato con me nelle mie prove'. Lc 22,28 Con ogni essere ti senti fratello e sorella, ma alcuni hanno perseverato con te, hanno offerto le loro vite nel momento in cui tu offrivi la tua, erano presenti nelle prove, nella fragilità estrema, nello scoraggiamento come nei momenti di forza, di entusiasmo e di slancio. Con ogni essere ti senti fratello ma con alcuni condividi il pane quotidiano dell'imparare e siedono alla tavola comune non lasciandosi distrarre da altro. Con ogni essere ti senti sorella, ma con alcune condividi il vino della sensibilità esistenziale e non hai da temere il loro abbandono e il loro disconoscimento, sebbene tu sia ben consapevole della tua e della loro solitudine. La perseveranza nel tempo è la cruna dell'ago della Via: è un miracolo che una gomena possa entrare nella cruna, e spesso è un miracolo poter contemplare coloro che sono perseveranti e che procedono con te, rimanendo fedeli alla Via.

Se conosci l'Amore che diviene libertà

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 Se conosci la libertà la vuoi anche donare. Se conosci l'Amore che diviene libertà, quell'insieme si dona attraverso la tua vita. Queste sono forze che operano in te e tu le porti nella relazione con l'altro, insieme a un entusiasmo che sorge nei corpi dell'identità. Col tempo impari che l'entusiasmo è di troppo, l'Amore che ti visita, basta. La Via, per sua natura, porta entusiasmi solo nella sua infanzia: nella maturità c'è spazio per una gioia profonda e silenziosa, ben protetta e che non hai interesse particolare a rivelare. L'intimo tuo proteggi, troppo personale, troppo fragile per essere esposto. Chi ti sta a fianco tutti i giorni lo vede, il discepolo con cui c'è confidenza lo sente.

Un monaco amanuense del XXI secolo

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 Rifletto su questa mia attività pomeridiana che prende forma ogni giorno dell'anno e scopro che non è altro che la pratica del monaco amanuense del XXI secolo. Diffondo nel web testi utili alla vita e alla Via spirituale, la gran parte di autori che hanno segnata la mia formazione e che ritengo utili per coloro che hanno un sentire prossimo, alcuni di mia produzione. Come ogni persona dedita a un lavoro ripetitivo e impegnativo, ci sono giorni che sbotto e mi ribello, altri in cui gioisco: ma è la mia vita e la sfida di ogni giorno è quella di viverla in ogni dettaglio e sfumatura. I siti mi rimandano grosso modo l'utenza del lavoro che svolgo ma più di tanto non me ne curo, nel web non sai mai chi veramente legge e comunque non è rilevante: lo faccio perché dedicarmi al servizio altrui in questo ambito è la mia vita, poco conta chi fruisce questo servizio, conta l'intenzione che lo genera e che ogni giorno viene rinnovata.

'Amate i vostri nemici': una interpretazione

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  Amate i vostri nemici , recita Mt.5,44. Ma è da chiarire altrimenti sembra un invito irreale e irrealizzabile. I termini chiave sono due: 'amare' e 'nemici'. Sono entrambe etichette, categorie delle menti. Il figlio del falegname intendeva per 'amare' la disposizione affettiva che tutti conosciamo? O non invece la ' comprensione compassionevole '? Parlava dell'amore umano o dell'Amore che sorge dal sentire e che è rivolto a tutte le creature in quanto manifestazione dell'Uno? Questo Amore si manifesta quando si comprende lo stato esistenziale dell'altro, dell'odiante, e, sulla base di questa comprensione esistenziale sorge una compassione, una pietà. La categoria del nemico è squisitamente mentale, propria delle identità che separano e confinano gli artefici del vivere in trincee contrapposte. Chi ha compreso qualcosa della vita, sa che non esiste nemico ma solo collaboratore efficace: colui/ei che porta nelle nostre vite il necessa

Ammutolire di fronte alla grandezza del sentire

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  43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.  44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.  46 Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?  48 Voi dunque, siate perfetti come è perfetto il padre vostro celeste”. Matteo 5,43-48 Prima di queste parole Matteo ne riporta altre: 3  «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4  Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 5  Beati i miti, perché erediteranno la terra. 6  Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7  Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8  Beati i puri d

Mantenere il cuore aperto

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 Ci sono situazioni in cui viene naturale tirarsi indietro e chiudersi, spesso sono determinate dalla difficoltà insita nella relazione, la quale, frequentemente, non riesce a garantire un adeguato riconoscimento, la possibilità di uno scambio dignitoso e rispettoso. Non è in discussione il riconoscimento della propria egoità, quanto il realizzarsi delle condizioni minime per la relazione: ascolto, attenzione, interesse, disponibilità. L'identità si erge e immagina, impronta una difesa: c'è una ferita, chiaramente, all'origine di questo movimento ma, per quanto giustificata dalle contingenze, non è da alimentare. A essa segue sempre un ampliamento dello sguardo, l'affermarsi della compassione, di quella profonda pietà che ci fa inchinare di fronte al limite. Mai dovremmo obbedire alla prima reazione, alla protesta: dovremmo darci tempo perché la benevolenza possa sorgere.